È normale assistere alla caduta dei capelli?
Il capello, anche se spesso non ce ne accorgiamo, ha un suo ciclo indipendente di nascita, sviluppo e caduta, di solito, dopo la caduta, i capelli ricrescono in maniera eguale. Mediamente sulla nostra testa vivono circa 100.000 bulbi piliferi, ognuno dei quali può produrre fino a cinque capelli: durante l’arco di una vita, i capelli di uno stesso bulbo pilifero cadono e ricrescono circa 20 volte.
È normalissimo, perciò, che si trovino capelli tra i denti del pettine e della spazzola oppure sul lavandino, senza che ciò sia per forza causato da un problema di calvizie a tutto tondo. La caduta dei capelli è un processo naturalissimo nell’uomo fin tanto che non supera gli 80-120 capelli caduti al giorno.
Il ciclo vitale del capello
Il ciclo di vita di un capello può essere riassunto in 3 fasi:
- Anagen: La fase Anagen è la primissima fase di vita del pelo in cui ha una crescita continua di 1 cm al mese e dura circa dai 3 ai 7 anni. Questa fase ha una durata inferiore per i capelli delle tempie rispetto a quelli della nuca. In questa fase si assiste, inoltre, alla formazione di tutte le strutture pilifere: il bulbo, la papilla, il follicolo. Una chioma sana è costituita almeno all’80% da capelli in fase Anagen.
- Catagen: è una fase di involuzione la cui durata dura dalle 2 alle 3 settimane: il pelo formato si allontana sempre di più dalla papilla pilifera, spostandosi verso gli strati più superficiali dell’epidermide. In una chioma di capelli normali, l’1% di essi è in questa fase.
- Telogen: la durata della fase Telogen è variabile tra i due e i tre mesi: si tratta della fase terminale della vita di un capello, le cui attività vitali vanno pian piano cessando. Questa fase è composta da due sotto-fasi: la fase Exogen, in cui il pelo perde tutti i sistemi di ancoraggio, e la fase Teloptosi, in cui il capello si distacca e cade. Nella fase telogen si trova circa tra il 10 i il 18% dei cappelli di un capelluto sano.
Il ciclo di vita del capello dell’uomo è molto irregolare e asimettrico rispetto a quello del pelo dei mammiferi in generale che hanno un periodo di muta costante. D’altra pare, anche per l’uomo, esistono due periodi annuali in cui la caduta dei capelli in fase Telogen si fa maggiore: la primavera e soprattutto l’autunno. Questo ritmo sembra rispondere ai fenomeni ciclici naturali come il cambio di temperatura e la lunghezza delle ore del giorno.
Quale può considerarsi una caduta dei capelli normale?
Non c'è un numero preciso che contraddistingua la normalità perché la caduta dei capelli dipende anche dalla quantità di capelli presenti sul cuoio capelluto. Essi possono essere da 100 a 200mila circa e pertanto la caduta può interessare da 30 a 100 capelli in media al giorno. Naturalmente, per non andare incontro a calvizie, è necessario che tutti i capelli che cadono siano sostituiti.
Infatti, anche se cadono solo dieci capelli al giorno, lo spettro calvizie può materializzarsi se ne vengono sostituiti solo nove o meno.
- La caduta dei capelli e le stagioni: nelle stagioni di transizione (autunno-primavera) la caduta spesso aumenta perché l'uomo conserva una manifestazione ancestrale propria di altri mammiferi pelosi: la muta. Nei periodi aprile-maggio e settembre-novembre alcuni ormoni, informati soprattutto dalle ore di luce, attivano un processo sincronizzato di caduta con un aumento del numero dei capelli che cadono. Si tratta di un fatto fisiologico che non è causa di calvizie definitiva.
- La caduta dei capelli da stress: condizioni psicofisiche difficili, soprattutto se prolungate, possono provocare un aumento della caduta dei capelli, talora anche molto pronunciato. Fra le cause di queste condizioni si possono citare gli shock emotivi, i periodi di super-attività (studio, responsabilità professionali, difficoltà familiari, problemi di relazione, ecc.), attività sportive o professionali faticose e non associate a regimi alimentari compensativi, superlavoro e malattie debilitanti. Intervenendo sulle cause del fenomeno e con trattamenti locali e, se necessario, generali adeguati è però possibile riportare le condizioni alla normalità in un tempo relativamente breve e con elevate probabilità di successo.
I farmaci possono provocare la caduta dei capelli?
Sempre più studi scientifici mostrano come molti farmaci possano essere causa della caduta dei capelli in uomini e donne di tutte le età. Diversi test sugli effetti collaterali di trattamenti farmacologici prolungati mostrano come diversi principi attivi medici siano causa innescante di un certo livello di calvizie, portando un altissimo numero dei capelli dell’individuo alla loro fase terminale (Telogen) in maniera molto rapida. Tra questi molti tipi di antibiotici e di antidepressivi e i prodotti per le cure chemioterapiche.
Nella grade maggioranza dei casi, una volta interrotto il ciclo dei farmaci, i cappelli riprendono una progressione normale anche se gli specialisti suggeriscono sempre di sostenere questa “normalizzazione” con integratori e prodotti nutrienti per il capello.
Cosa si intende per alopecia?
Solitamente, con il nome di "alopecia androgenetica " si indica una diminuzione della qualità (colore, spessore) e della quantità di capelli, fino alla loro scomparsa. Le tipologie più note e diffuse di alopeciasono classificate in:
- Androgenetica, riguarda la caduta dei capelli delle zone frontali e superiori del capo;
- Defluvium Telogenico, evento che si manifesta con un notevole incremento della caduta dei capelli che possono provenire da tutto il cuoio capelluto;
- Areata, che si manifesta con chiazze prive di capelli che possono essere localizzate in ogni regione del cuoio capelluto;
- Totale, con scomparsa dei capelli su tutto il capo;
- Universale, che riguarda i peli di tutto il corpo.
Quali sono le aree più colpite?
Negli uomini, le aree del capo più colpite sono i golfi o anse frontali, spesso definite "stempiature". In un secondo momento, la zona più colpita è quella all'apice della testa. In ultimo il fenomeno si espande anche nell'area più centrale del capo.
Nelle donne, invece, è più frequente un diradamento e assottigliamento dei capelli diretto nella zona centrale del capo, mentre la zona frontale rimane a lungo meno interessata.
Si può curare l'alopecia androgenetica? Quali i risultati?
In un numero sempre maggiore di casi la risposta è si.
Certo chi pretende di curarsi con una pillola presa una volta a settimana, o con una decina di fialette due volte l'anno, è meglio che si rassegni al diradamento e alla calvizie. Almeno nelle prime fasi, le cure contro l'alopecia androgenetica richiedono una certa costanza con, ad esempio, applicazioni locali e/o assunzioni di preparati per bocca giornalmente. Quando il fenomeno è sotto controllo si può invece ampliare l'intervallo tra un'applicazione e l'altra a 2-3 giorni. Questi "intervalli" tra le applicazioni sono portati solo ad esempio: ogni persona è un caso a sé e pertanto la terapia va modulata all'inizio secondo le peculiari caratteristiche e, nel corso della cura, secondo la responsività soggettiva.
Diversi sono gli scopi perseguibili di una cura per l'alopecia androgenetica: notevole rallentamento del fenomeno, arresto della caduta dei capelli, ricrescita di nuovi capelli. Solo per fare un esempio dei risultati che oggi si possono ottenere, studi molto recenti hanno dimostrato che il trattamento con una sola delle sostanze attualmente in uso induce il mantenimento della chioma presente all'inizio della cura nel 32% dei soggetti, un arresto della caduta e la ricomparsa di qualche capello nel 22% dei casi e la ricrescita vera e propria di capelli nel 40%.
Le cure funzionano sempre?
Nemmeno la comunissima aspirina o i migliori antibiotici sono efficaci nel 100% dei casi. A maggior ragione quando si parla di calvizie androgenetica, dove la manifestazione assume caratteri assai diversi da persona a persona: va detto chiaramente che non esiste un prodotto o un protocollo terapeutico valido per tutti, o comunque migliore in assoluto per frenare la caduta dei capelli. È ampiamente dimostrato che nell'alopecia androgenetica l'uso combinato di più principi attivi offre risultati ben superiori alla semplice somma dei loro benefici.
Studi recenti su un ampio campione di uomini hanno dimostrato che i risultati delle recenti terapie contro la calvizie androgenetica possono essere definiti soddisfacenti in più del 90% dei casi. Va tuttavia ricordato che rifarsi semplicemente alle percentuali di successo non è corretto, dato che nei gruppi di studio sono presenti casi con diversi stadi di "gravità" del fenomeno calvizie: basti pensare all'età del paziente o al momento in cui si inizia la cura rispetto ai primi sintomi, solo per fare due esempi. Sinteticamente si può concludere che esiste una relazione inversa fra "vecchiaia della calvizie" e entità dei risultati: un motivo in più per sottoporsi ad un controllo al primo sospetto.Inoltre, come per tutte le cure, giocano un ruolo importante la ricettività soggettiva e la compliance del paziente (ovvero la costanza e puntualità nel seguire la terapia).
Esistono comunque diverse tipologie di trattamento contro la calvizie: si va dagli integratori per capelli, prodotti appositamente studiati da aziende specializzate che fanno leva su principi naturali quindi assolutamente senza controindicazioni, oppure una lunga serie di shampoo anticaduta, comodi da usare (come normali shampoo) e anch'essi privi di controindicazioni in quanto composti da soli ingredienti naturali, fino a trattamenti laser anticaduta, la tecnologia più recente che attraverso spazzole laser stanno rendendo soddisfatti migliaia di italiani .